Banca Ifis supera i target e chiude il 2020 con 68,8 milioni di euro di utile. Geertman entra in Consiglio di Amministrazione
·CET1: 15,47% (14,28% al 31 dicembre 2019); TCR: 19,87% (18,64% al 31 dicembre 2019). I requisiti sono calcolati al netto del dividendo 2019 (euro 1,1 per azione) il cui pagamento è sospeso per effetto delle raccomandazioni di Banca d’Italia e il dividendo del 2020 (euro 0,47 per azione) che verrà proposto in approvazione all’Assemblea degli Azionisti di aprile 2021.
Mestre (Venezia), 11 febbraio 2021 – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis, presieduto dal Presidente Sebastien Egon Fürstenberg, ha approvato oggi i risultati preliminari relativi all’esercizio 2020. Il progetto di bilancio 2020 verrà approvato l’11 marzo 2021.
In data odierna, inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha cooptato nella carica di consigliere di amministrazione l’Ingegnere Frederik Geertman, in sostituzione del consigliere Divo Gronchi dimissionario dal 14 gennaio 2021. Il Cda ha accertato la sussistenza dei requisiti di onorabilità, eleggibilità e professionalità di Geertman.
L’ingresso di Geertman in Consiglio consente di avviare una fase di collaborazione e di coordinamento con l’attuale Amministratore Delegato per agevolare il processo di successione e garantire continuità gestionale. Come già comunicato al mercato, Frederik Geertman assumerà la carica di Amministratore Delegato di Banca Ifis, subordinatamente alla decisione da parte del Consiglio e alla sua conferma da parte dell’assemblea. Il tutto con efficacia dall’assemblea di approvazione del bilancio di aprile 2021. I termini e le condizioni dell’incarico a Geertman saranno regolati da un accordo che sarà sottoscritto dalla Banca all’atto del conferimento della carica.«La Banca ha affrontato e gestito con efficienza la situazione derivante da un contesto macroeconomico senza precedenti ed è oggi ben posizionata per affrontare i prossimi mesi e cogliere le opportunità di crescita della ripresa economica attesa a partire dal prossimo anno – spiega l’amministratore delegato Luciano Colombini –. Nel 2020, la redditività e il recupero dei crediti non performing hanno dimostrato una forte resilienza e nel contempo sono stati migliorati la qualità degli attivi e i requisiti patrimoniali.
Nonostante la seconda ondata di Covid-19 che ha interessato anche il nostro Paese a partire dal mese di ottobre, Banca Ifis ha chiuso il 2020 con un utile d’esercizio di 68,8 milioni di euro, un risultato superiore alla guidance di agosto 2020 stimata tra i 50 e i 65 milioni di euro. Tutti i trimestri dell’anno 2020 sono stati profittevoli sebbene siano state fatte rettifiche e accantonamenti addizionali per complessivi 76 milioni di euro per far fronte all’atteso deterioramento della qualità degli attivi nel business commerciale e/o a tempi più lunghi e recuperi leggermente inferiori nel Settore Npl per effetto della pandemia.Abbiamo accelerato la riduzione dei crediti deteriorati, originati principalmente dal Gruppo ex Interbanca acquisito nel 2016, raggiungendo in anticipo il nostro obiettivo di cessioni di Npl previsto nel Piano Industriale 2020-22. Solo nel quarto trimestre 2020 abbiamo infatti ceduto circa 120 milioni di euro di crediti deteriorati lordi (GBV), caratterizzati da elevati accantonamenti e anzianità, e già lavorati da Banca Ifis. A seguito di queste cessioni, al 31 dicembre 2020, l’indice di crediti deteriorati lordi4 si è attestato al 6,4% al 31 dicembre 2020 (rispetto al 9,8% del 31 dicembre 2019) e l’indice dei crediti deteriorati netti1 al 3,2% al 31 dicembre 2020 (rispetto al 5,4% al 31 dicembre 2019). Si conferma dunque la tenuta della qualità dell’attivo che a oggi ha riportato pochi segni di deterioramento sul portafoglio crediti, prevalentemente relativi a posizioni che già presentavano criticità.Buona la performance del business commerciale nel quarto trimestre (turnover del factoring +8,6% rispetto al terzo trimestre e nuove erogazioni leasing +26% sul 30.09.2020) che dimostra la capacità della Banca di cogliere le opportunità del graduale miglioramento del contesto macroeconomico.
Sul mercato Npl abbiamo confermato la nostra leadership nel segmento unsecured small ticket, superando le previsioni di inizio d’anno con l’acquisizione di complessivi 2,7 miliardi di euro di crediti non performing in valore nominale che contribuiranno alla profittabilità del Gruppo per i prossimi anni. Si dimostra solido il business Npl nel quale la cassa recuperata è stata pari a 259 milioni di euro, nonostante gli effetti derivanti dal Covid-19 e dal lockdown che ha comportato la chiusura dei tribunali.Nel 2020 Banca Ifis ha rafforzato il CET1 che si è attestato all’11,29% (+0,33% dal 31 dicembre dell’anno precedente), al netto dei dividendi del 2019 (pari a 59 milioni di euro) il cui pagamento è sospeso in conformità alle raccomandazioni di Banca d’Italia e dei dividendi 2020 (di 25 milioni di euro) che verranno proposti in approvazione alla prossima Assemblea degli Azionisti del 22 aprile 2021.Nonostante il 2020 sia stato un anno profondamente segnato dalla pandemia e da uno scenario economico avverso, la Banca è profittevole e con i ratio patrimoniali e di qualità dell’attivo in miglioramento.
Il prossimo 22 aprile, con l’Assemblea chiamata a deliberare sul progetto di bilancio 2020, lascerò la carica di Amministratore Delegato di Banca Ifis. Ringrazio tutti i dipendenti, i clienti, gli azionisti e gli obbligazionisti della Banca. Un Gruppo che, forte delle iniziative strategiche e degli investimenti realizzati nel corso dell’anno, tra cui il rebranding e il portale Ifis4Business (l’online banking per le nostre imprese), è oggi in grado di accelerare il percorso intrapreso basato sulla digitalizzazione del business, l’attenzione al cliente e la valorizzazione delle persone» conclude Luciano Colombini.
Principali dinamicheDATI RICLASSIFICATI 5Al fine di dare piena attuazione al modello di business del Gruppo, previsto dal Piano Industriale 2020-2022, sono state introdotte alcune modifiche ai Settori operativi precedentemente esposti: il Settore Imprese, rinominato Commercial & Corporate Banking, aggrega le attività commerciali rivolte alle imprese ed esclude i portafogli creditizi erogati da Interbanca prima della acquisizione e posti in run-off (precedentemente aggregati nel Settore Imprese); il Settore Npl è rimasto allineato al passato mentre l’ultimo Settore, ora denominato Governance & Servizi e Non Core, è stato integrato nella sezione Non Core che accoglie i portafogli esclusi da Commercial & Corporate Banking.Inoltre, si è proceduto a integrare l’informativa di Settore relativamente alle componenti di conto economico fino a portare la visione dei risultati a livello di utile netto.I valori comparativi sono stati riesposti in linea con la nuova presentazione dei Settori di attività.Di seguito le principali voci economiche dei risultati preliminari relativi all’esercizio 2020 del Gruppo Banca Ifis.Margine di intermediazione1Il margine di intermediazione si attesta a 467,8 milioni di euro in diminuzione del 16,2% rispetto all’esercizio precedente (558,3 milioni di euro).L’emergenza sanitaria Covid-19 ha generato una contrazione dei margini in tutti i settori, in particolare in quelli dove l’operatività è legata al sistema giudiziario. Le attività la cui operatività è legata ai tribunali, sono state dapprima bloccate durante il lockdown e poi hanno subito pesanti rallentamenti, generando difficoltà nel procedere per le vie giudiziali al recupero dei crediti, difficoltà riflesse anche in rettifiche addizionali per 22,8 milioni di euro. A ciò si aggiunge il previsto minor contributo del rilascio della PPA3 (57,5 milioni di euro rispetto a 69,8 milioni di euro dell’esercizio precedente), nonostante alcune significative accelerazioni effettuate nell’ultimo trimestre.Il margine di intermediazione del Settore Commercial & Corporate Banking, pari a 222,7 milioni di euro, è in diminuzione del 8,6%, rispetto al 31 dicembre 2019. In calo l’Area Factoring (-9,3%), l’Area Leasing (-7,3%) e l’Area Corporate Banking & Lending che ha registrato una diminuzione del 6,2%, principalmente per il minore contributo del “reversal PPA”3 rispetto al 2019.Rettifiche di valore nette1Le rettifiche di valore nette per rischio di credito ammontano a 91,4 milioni di euro al 31 dicembre 2020 rispetto a rettifiche nette per 87,2 milioni di euro al 31 dicembre 2019 (+4,8%). Il Gruppo ha registrato minori accantonamenti analitici nell’Area Factoring, che nel corso del 2019 era stata negativamente influenzata da rettifiche su alcune controparti individualmente significative nel comparto costruttori e retail, a cui si contrappongono maggiori rettifiche nell’area Corporate Banking & Lending. Infine, in considerazione dell’attuale contesto pandemico e dei correlati interventi governativi a sostegno dell’economia (i.e. le moratorie), che non permettono allo stato di cogliere in modo preciso i vari aspetti di rischio nonché il trasferimento tra diversi stati di rischio di credito, il Gruppo ha effettuato accantonamenti addizionali su posizioni in bonis nei settori maggiormente esposti agli effetti della crisi pandemica per 31,5 milioni di euro.Costi operativiI costi operativi sono pari a 308,0 milioni di euro, in aumento rispetto al 31 dicembre 2019 (+4,4%). Di seguito si riporta la composizione della voce.Le spese per il personale, pari a 123,4 milioni di euro, registrano una diminuzione del 5,1% (130,0 milioni di euro al 31 dicembre 2019) per effetto di una prudente politica di incentivazione e di un maggior controllo delle spese correnti alla luce dell’attuale contesto. Il numero dei dipendenti del Gruppo al 31 dicembre 2020 è pari a 1.758 rispetto a 1.753 risorse al 31 dicembre 2019.Le altre spese amministrative al 31 dicembre 2019 includevano 30,9 milioni di euro di oneri relativi alla chiusura di alcuni contenziosi fiscali riconducibili alla ex controllata Interbanca, il cui impatto economico era più che compensato nella voce “altri proventi netti di gestione” per euro 46,2 milioni di euro (comprensivo anche del relativo effetto fiscale) a fronte dell’attivazione delle garanzie in essere. Al netto di tale effetto, le altre spese amministrative al 31 dicembre 2020, che ammontano a 190,8 milioni di euro, aumentano del 4,1% rispetto al 31 dicembre 2019. L’aumento è principalmente da ricondurre a maggiori costi non ricorrenti per servizi professionali e spese di marketing e pubblicità.Gli accantonamenti netti a fondi per rischi e oneri sono pari a 28,0 milioni di euro rispetto ai 12,4 milioni di euro al 31 dicembre 2019. La variazione netta di 15,6 milioni di euro è principalmente riferibile ad accantonamenti per rischio di credito su impegni e garanzie per circa 8,8 milioni di euro e per 6,9 milioni di euro al Fondo Solidarietà.Gli altri proventi netti di gestione ammontano a 51,9 milioni di euro (77,5 milioni di euro al 31 dicembre 2019). La voce include tuttavia alcune componenti non ricorrenti sia nell’esercizio in corso sia nell’esercizio precedente. In particolare, nel 2020 sono inclusi il “gain on bargain purchase” relativo all’acquisizione del 70,77% di Farbanca per 16,8 milioni di euro e i proventi per indennizzi contrattuali su portafogli acquistati negli scorsi esercizi per 12,8 milioni di euro; il 2019 invece conteneva il provento legato all’indennizzo relativo alla definizione del contenzioso fiscale pari a 46,2 milioni di euro. Al netto di tali componenti, la voce ammonterebbe a 20,6 milioni di euro rispetto a 31,3 milioni di euro al 31 dicembre 2019 in diminuzione a seguito principalmente dei minori ricavi derivanti dal recupero di spese a carico di terzi, nonché da recuperi di spesa connessi all’attività di leasing.La voce utili da cessioni di investimenti pari a 24,2 milioni di euro accoglie gli effetti derivanti dalla cessione dell’immobile di Milano in Corso Venezia al netto dei relativi costi di vendita.Le rettifiche del valore dell’avviamento risultano essere pari a 0,7 milioni di euro e si riferiscono all’integrale svalutazione dell’avviamento relativo alla controllata Cap.Ital.Fin.L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte ammonta a 91,9 milioni di euro (-47,7% rispetto al 31 dicembre 2019). Le imposte sul reddito ammontano a 22,7 milioni di euro (-56,8% rispetto al 2019). Il tax rate a dicembre 2020 è pari al 24,75% rispetto al 29,94% dell’esercizio precedente. L’utile netto di pertinenza della CapogruppoAl 31 dicembre 2020, l’utile netto di pertinenza della Capogruppo si attesta a 68,8 milioni di euro rispetto agli 123,1 milioni di euro del 31 dicembre 2019 (-44,1% rispetto all’esercizio precedente).